Il quarto full-length per i finlandesi Azaghal, che offrono allâascoltatore un lavoro, a tratti, fuori dagli schemi classici del gruppo, specie in alcune scelte stilistiche discutibili.
âAgios O Baphometâ apre lâalbum con un’impronta inattesa, piĂš vicina al death metal che al black, dove la chitarra elettrica la fa da padrone, pur non esaltando per creativitĂ . I vocals sono blasfemi nel contenuto, solenni nellâimpostazione ma man mano che la traccia procede, peccano di originalitĂ , arrivando a trasmettere nullâaltro che tedio.
La successiva âNekromanteiaâ parte giĂ con un impianto diverso e piĂš curato, dove lo scream di Varjoherra si fa piĂš combattente e cattivo, anche se tradisce le proprie origini nel fortissimo accento finlandese accentuato soprattutto nel ritornello (âSuutele rummista â Sappinesteistä ja kylmääâ). I cori ricordano i Nile dei tempi dâoro, molto âmediorientaleggiantiâ e a tratti aulici.
La title-track âCodex Antitheusâ è un enigma. Se il malvagio scream unito ad un ritmo molto nettamente piĂš veloce regalano unâatmosfera incisiva e brutale, la scelta di utilizzare i cori con vocals puliti non paga anzi, tende a rovinare quanto câè di buono in questa track. Peccato davvero.
âKumarra Petoaâ non merita nemmeno una recensione, poichĂŠ ha ben poco a che fare con il black metal. La batteria è thrash, la voce, irriconoscibile tanto da ricordare quasi King Diamond, appartiene al mondo heavy metal. Una traccia del genere farebbe un figurone nella release di qualche gruppo blackened rock o similari, ma non di certo in un cd degli Azaghal.
Con â30 Hopearahaaâ il combo torna sulla retta via, aprendo con blast beats di batteria e gran lavoro di riff per la chitarra. VelocitĂ di esecuzione nettamente maggiore e buona evidenza della tecnica sono le componenti essenziali di questâalbum, dove vengono nuovamente rispolverate le clean voices, utilizzate in maniera molto piĂš sapiente rispetto ai precedenti brani.
âVihaâ ha unâintro da Children of Bodom che fa immediatamente mal pensare. Fortunatamente questo stile non dura a lungo e non fa piĂš la sua comparsa se non in un banale quanto evitabile solo di chitarra. Nonostante ciò, il gruppo riprende in mano i primi lavori mettendo in risalto la violenza esplosiva nello strumentale e la furia dei vocals. Senza dubbio una delle migliori tracce dellâalbum.
âRaatosieluâ è senza dubbio la migliore track di questa release. La caratterizzano la grande variazione di tempi e di ritmo e un accorto inserimento di clean voices nello scream angosciante e tormentato. Ottima la scelta di rallentare lâultima parte della traccia, dove fa la sua apparizione anche la chitarra acustica, accompagnata poi dalla batteria, come a voler riportare alla normalitĂ lâascoltatore dopo una tal ondata di aggressivitĂ .
âKuningas Saatanaâ. Una sola parola: brutale. Rapidissima nei ritmi, disumana nellâesecuzione alla batteria, esalta il âre Satanaâ anche nei testi dai chiari riferimenti anticristiani ed infernali. Probabilmente troppo corta nella durata per poterla assaporare a pieno, ma gli Azaghal sono assolti: una parte strumentale del genere è sovrumana, impossibile da portare avanti per piĂš di 3 minuti.
âSielutonâ chiude con un punto interrogativo lâalbum. La traccia si basa su semplici riff e nientâaltro di rilevante dal punto di vista tecnico. I vocals non sono ricercati nĂŠ arditi e i ritmi incomprensibilmente lenti. Chiusura con lâamaro in bocca.
Altalenante, originale a tratti, noioso in altri. Un enigma ambiguo che va scoperto e analizzato nel dettaglio, prima di giudicarlo.
Recensione a cura di Akaah
Giudizio Complessivo: 7/10
Tracklist
1. Agios O Baphomet
2. Nekromanteia
3. Codex Antitheus
4. Kumarra Petoa
5. 30 Hopearahaa
6. Viha
7. Raatosielu
8. Kuningas Saatana
9. Sieluton